Mo ti spiego a papà perchè C’era una volta…

Mica penserete che DA1 e DA2 sono bambini impossibili? con cui non poter fare nulla?
Forse i racconti precedenti hanno dato una visione sbagliata di queste creature che sanno anche esprimere affetto, comunicare sensazioni ed essere teneri come un orsetto di peluche.
I miei figli
so bellilli. Ne volete sapere una?
L’altra sera prima di andare a dormire DA1 mi ha chiesto di raccontargli una favola.
Che emozione leggere ad alta voce per i propri bambini.
“Stendiamo il tappeto delle favole” gli ho detto con entusiasmo.
Il nostro tappeto è magico perchè quando ti siedi sopra e ascolti una favola comincia a volare per farti fare un viaggio fantastico.
Una luce soffusa e qualche cuscino su cui stendersi sono gli ultimi accorgimenti prima di cominciare.
C’era una volta in un villaggio vicino al bosco una bambina che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso…
DA2 chiede per esserne certo: “Papààà, appuccetto è Femmna?”
” Si, è una bambina stai tranquillo.”
La favola continua:
…Un giorno la madre le disse: “Vieni Cappuccetto, prendi questo cesto con le focacce e la marmellata e portalo alla nonna. Quando Cappuccetto Rosso giunse nel bosco, incontrò il lupo. Lei non sapeva che il lupo fosse un animale cattivo e perciò non aveva paura.
DA2 avvicinandosi alla mia faccia dice: “Papà il lupo fa così uuuuuuuuuuuuuuuuu”
“Si, il lupo ulula.”
DA2 ancora : “Si così uuuuuuuuuuuuuuuu, uuuuuuuuuuuuuu, uuuuuu, uuu, u.”
DA1 chiede di continuare e così riprendiamo:
“Buon giorno Cappuccetto Rosso”, disse il lupo. “Buon giorno a te”, rispose la bambina. “Dove vai Cappuccetto Rosso, così presto di mattina.” “Vado dalla nonna.” “Cosa porti in quel bel cesto?” “La merenda per la nonna che è ammalata.” disse con premura la bambina. “Dove sta la tua nonna?” “A un quarto d’ora da qui, nel bosco; proprio sotto le tre querce, là c’è la sua casetta” aggiunse Cappuccetto.

Adesso che è entrato in gioco il lupo i bambini si avvicinano il più possibile a me cominciando a toccarmi un po’ ovunque per non perdere mai il contatto.
Ma la favola continua come sapete: Il lupo pensa di mangiare Cappuccetto, la bambina raccoglie dei fiorellini e nel frattempo il lupo si avvia a casa della nonna.

DA1: “Papà, ma il lupo si mangia pure la nonna?”
DA2: ” Uuuuuuuu, uuuuuu, uuu”
“Dai vediamo come continua” aggiungo cercando di riportarli nella storia.
Toc Toc “Chi è?” “Cappuccetto Rosso, ti porto la merenda, aprimi.” “Apriti da sola”, disse la nonna, “io sono tanto debole che non posso alzarmi.” Il lupo, in punta di piedi, entrò senza pronunciare parola. Andò dritto al letto e in un sol boccone si mangiò la nonna. Poi si prese i suoi vestiti, si mise la sua cuffia e si infilò nel letto. Cappuccetto, dopo aver colto i fiori, riprese la sua strada e quando arrivò a casa della nonna gli sembrò molto strano che la porta fosse spalancata.
DA1 ridendo dice: ” Ma il lupo (premendo con le dita sulla figura del lupo che c’è nel libro) si è messo la cuffia della nonna. ahahah ahah”
DA2 senza neanche sapere il perchè comincia a ridere pure lui.
La risata non solo è contagiosa, ma è motivo di diversi movimenti sul tappeto magico.
Per riprendere l’attenzione continuo a leggere, ma di sottofondo ci sono sempre le risate.

“Ehi nonna, che orecchie grandi hai”. “Per sentirti meglio.”
DA2 mi tira l’orecchio per guardarci dentro, mentre DA1 chiede di vedere se le sue sono abbastanza grandi.
“Ehi nonna, che occhi grandi hai.” “Per vederti meglio.”
DA1 mettendomi le dita negli occhi mi dice cha anche i miei sono grandi.
“Ehi nonna, che mani grandi hai.” “Per afferrarti meglio.”
DA2 prende la mia mano per confrontarla con la sua.
“Ma nonna che orrenda boccaccia hai.”
DA1 e DA2 spalancano la bocca facendo un verso famelico.
A quel punto pure il lupo stufo dice: “Bambini e basta. Me la fate mangiare a Cappuccetto? E statevi fermi un po’.
Anche Cappuccetto aggiunge: “ Bei bambini, ma la storia si ascolta in silenzio. Voi avete fatto tanto chiasso che si è spaventato pure il cacciatore e adesso non viene più.
SILENZIO GENERALE.
DA1, dopo una ventina di secondi, sottovoce chiede: “Ma papà perchè si dice c’era una volta?”
Ed io: “Veramente sarebbe più corretto dire c’era una sola voltaperchè la seconda è impossibile; sto pieno di lividi e senza voce.

…ma viviamo felici e contenti.

Leggimi subito, leggimi forte
Dimmi ogni nome che apre le porte
Chiama ogni cosa, così il mondo viene
Leggimi tutto, leggimi bene
Dimmi la rosa, dammi la rima
Leggimi in prosa, leggimi prima
(Bruno Tognolini)