Vi avverto, non regalate un orologio a vostro figlio

“Sono le sette cinque cinque”

“Sono le sette cinque sei”
“Sono le sette cinque sette”…
…e poi ancora

“Sono le dodici uno tre”
“Sono le quindici venti sette”
“Sono le venti cinque uno”.
“Bello di papà ho capito che ti piace l’orologio nuovo, però mi stai facendo venire l’ansia”.
“Papà hai visto tiene pure la luce?”
“Sì, bellissimo. E’ stato davvero un bel regalo, ma non è che ogni secondo puoi scandire l’orario. Mi sembri una via di mezzo tra il cucù del pendolo e il segnale radio della RAI”.
“Papà vuoi sapere che ora è?”
Il bambino è fuso, preso dal vortice dei numeri sul display e dei bottoni. Non riesco a placarlo e non vede l’ora che passi un minuto per annunciarmi il cambio d’orario. Sono giorni che andiamo avanti così e ho paura che cada in una forma compulsiva che lo porti a fermare la gente per strada per dirgli: “Lo sai sono le quindici trenta cinque?

“Papà, lo sai che è anche subacqueo?”
“Così non te lo togli mai”.
“Neanche quando faccio la doccia perché non fa niente che si bagna”.
“Che fortuna, davvero, così in estate potrai allietare anche i bagnanti”.
“Papà lo sai sono le ventuno zero nove”.
“Mi sa che è ora di andare a letto”.
“Io però la notte me lo tolgo”.
“No a papà, perché dovresti. Se poi nel sogno qualcuno ti chiede che ora è?”
“Vengo vicino al tuo letto e te lo chiedo”.
“Che fortuna”.
Della serie il tempo è tiranno…e non solo lui.