Gli errori e la penna cancellina

“Bello di papà non cancellare ogni volta che scrivi una letterina”.
“Ma non è venuta bene”.
“Sì, lo vedo, ma non puoi ogni volta ricominciare da capo”.
“Ma ho la penna cancellina”.
“Maledetta invenzione”.
“Papà, ma se uno sbaglia come si fa?”
“Si fa che si va avanti cercando di non sbagliare più”.
“Però poi resta l’errore”.
“Gli errori non vanno cancellati, ma servono per osservarli e provare a fare meglio”.
“Io non lo voglio vedere”.
“Non esiste la perfezione e se non sbagliamo non sapremo mai se siamo capaci di fare meglio”.
“Ma poi tengo un quaderno pasticcione”.
“Adesso non importa che sia pieno di errori. Vedrai tra qualche tempo come sarà bello confrontare i nuovi quaderni e vedere che gli errori sono diminuiti o addirittura scomparsi”.
“Allora perché le hanno inventate le penne che si cancellano?”
“Perché gli dava fastidio non poter correggere i propri errori”.
“Pure a me danno fastidio”.
“Si perde un sacco di tempo cercando di cancellare e aggiustare. Sarebbe meglio andare avanti concentrandosi nel non farlo più”.
“Uffa però”.
“Però scusa quando tu sbagli e noi ti rimproveriamo mica ti cancelliamo?”
“No”.
“Ti diciamo di fare attenzione al tuo errore in modo che la prossima volta tu non lo faccia più”.
“Ma che c’entra io mica sono una letterina?”
“Perché loro non sono importanti?”
“Ma io non mi cancello con una gomma”.
“Senza le letterine non ci sarebbero le parole e senza di esse non potremmo comunicare con gli altri”.
“Ma io sono un bambino”.
“E pensa se ogni genitore avesse una gomma da cancellare gigante. Ti immagini poter dire: Adesso lo cancello e lo faccio da capo il mio bambino perché non è venuto proprio bene”.
“Ma che dici”.
“O ancora: Ha un po’ l’orecchio a punta come il trattino sulla O e non mi piace”.
“Ma io ho le orecchie belle”.
“Oppure un papà che grida: Mio figlio dice sempre le parolacce mi sa che gli cancello un po’ di lingua”.
“Va bene, ho capito faccio attenzione”.
“Bravo”.
“Però pure un bambino può dire: Quel papà non mi piace proprio e adesso gli cancello un po’ la faccia”.
“Certo, ma per ora i soldi per la gomma magica non li hai”.