La vera festa della donna: un gioco di squadra

I giochi con i bambini, specie quando sono di squadra, sono il momento della verità.
Osservi il loro agonismo, la loro prontezza di riflessi e la capacità di collaborare con gli altri.
Capita però di vedere anche quanto sono imbroglioni o insolenti verso i compagni cosicché la loro natura viene fuori senza che tu fatichi a fargli domande. 
“Io non vado nella squadra dove stanno le femmine perché mi fanno perdere”.
“Ma che stai dicendo?”
“Mica corrono come i maschi? Non hanno la mira per fare neanche un canestro”.
“Ma tu non conosci neanche le prove dei giochi, come fai a dirlo?”
“Se facciamo un percorso a ostacoli sono lente e se dobbiamo alzare qualcosa non hanno la forza”.
“Ma chi te le ha dette queste cose?”
“E’ così e basta”.

Molte volte ho fatto questa conversazione con i bambini e molte volte ho provato, insieme con i miei colleghi, a gettare un seme per il futuro.
Prima cosa tu vai nella squadra che ti è stata assegnata, seconda cosa ci sono delle prove in cui qualcuno è più bravo e qualcuno meno. La squadra serve proprio ad unire le forze e sopperire alle debolezze. Terza, se facciamo una gara di lettura o di tabelline tu sei veramente scarso per cui è il caso che ti faccia aiutare. Quarta, non esiste un gioco che una ragazza non possa fare e quinta se tu vuoi giocare queste sono le regole, altrimenti, nel frattempo, possiamo anche ripetere un po’ di matematica o di grammatica, che ne dici?”.

Alcuni bambini crescono con l’idea che la diversità di genere non sia una ricchezza, ma un limite. Certo è meglio regalare una mimosa e togliersi il pensiero che darsi da fare.
Che si potrebbe fare?
Prendi il seme del rispetto, apri un varco nel vaso-bambino e ficcaglielo dentro, poi innaffialo ogni giorno con l’esempio e sarà quello il fiore più bello che si possa regalare ad una donna. 
“Più fatti non pugnette” (parola di Palmiro Cangini, assessore alle attività varie ed eventuali di Roncofritto Superiore)

P.S. Non c’è bisogno dei bambini degli altri, si può fare anche a casa propria