Bipolarismo sportivo

Bambini mentre giocano a calcioPrimo torneo di calcetto della stagione. Bambini in fibrillazione per la competizione.

Inizia la partita e con il viso schiacciato alla rete di protezione guardo, afflitto, l’andamento.

“Dai a papà, gioca come a casa. Vai, entra in scivolata come se fossi nel salone. Strappagli la palla come fai con tuo fratello. Tira una bomba come quella volta che hai colpito il lampadario. Non ti fermare, come fai alle 11 di sera quando dici che non sei stanco. Gettati nella mischia, come quando salti su di me a ginocchia unite per giocare alla lotta”.

Ho gridato in mente tutte queste frasi per almeno un tempo della gara, poi mi sono rassegnato all’idea che i miei figli sono affetti da Bipolarismo sportivo.

Dicesi Bipolarismo sportivo quella sindrome per cui quando sei a casa giochi a calcio come se stessi facendo una finale dei mondiali, mentre quando sei sul campo sei vittima di un atteggiamento depressivo che sembra quasi che non te ne freghi niente di quello che accade.

Inizialmente avevo pensato che questa cosa fosse legata al carattere del mio figlio maggiore DA1, ma invece è proprio un problema familiare perché anche DA2, che ha fatto il suo esordio ieri, ha lo stesso atteggiamento.

Il pomeriggio abbiamo avuto di nuovo la fase UP. Sì, perché il bipolarismo ha questa alternanza di up e down, di momenti in cui ti senti forte e vorresti spaccare il mondo e altri in cui ti senti che il mondo ti sta schiacciando.Scarpette dal calcio per bambini

Siamo stati in quel famoso negozio dove vendono tutto l’occorrente per tutti i tipi di sport, anche quelli che pensi non esistano. Una volta indossate le scarpette hanno iniziato a simulare la loro partita e i dialoghi erano degni del miglior telecronista sportivo.

“Io passo a te, poi mi giro e faccio una finta”.

“Guarda come corro così prendo la palla e te la passo per primo”.

“Bravo così tiro una bomba che il portiere non la può prendere”. 

“GOOOOOOL”.

Tra i vari scaffali ed espositori nei loro occhi ho visto la famosa tigre. L’ardore della competizione è durato ancora per tutta la serata al punto che DA2 ha voluto indossare le scarpette anche a casa. Certo meglio di quella volta che aveva scelto di fare nuoto ed è voluto uscire con la cuffia e gli occhialini.

Va bè, alla fine questo bipolarismo sportivo non è tanto male perché almeno ogni tanto nei loro occhi vedi pure un gattino impaurito che ha bisogno di tante coccole e protezione. Che poi è un modo naturale per compensare quel disturbo genitoriale ossessivo compulsivo che ti fa pensare che senza di te tuo figlio sia spacciato. 

Questo è il bello della famiglia…che ci si cura a vicenda come un gruppo di auto aiuto.