Le armi (nel gioco): Divieto o consenso?

“Bambini, da oggi sono vietate le armi”. Bambini che giocano alla guerra

“E non possiamo più giocare?”

“Mi dispiace, ma non è più possibile utilizzare pistole, fucili, bombe a mano e kalashnikov”.

“Papà, ma come l’ammazzo a mio fratello?”

“Ti devi arrangiare”.

“Ma lo posso insultare?”

“Beh sì. L’insulto non ha bisogno di regolamentazioni”.

“E i calci e i pugni?”

“Mi sembra di sì. Nella circolare che è passata si parlava solo di armi da fuoco”.

“Papà, però noi facevamo finta”.

“Lo so, ma sono convinti che a furia di fare finta uno poi vuole sparare davvero con le pistole vere”.

“Ma non è vero. Tu da piccolo non giocavi con le pistole?”

“Sì, io ho sempre combattuto nel Far West”.

“E mica hai ammazzato degli Indiani veramente?”

“No e neanche ne ho voglia. Anzi mi piacerebbe proprio fumare con loro un calumet della pace“.

“Ma se gioco a fare il poliziotto le posso usare le armi?”

“Neanche, forse soltanto i manganelli”.

“Perché?”

“Te l’ho detto, non è un’arma da fuoco”.

“Allora non posso usare neanche la mia arma segreta?”

“E qual è?”

“La puzzetta ammazzattutto”.

“Beh, per le armi di distruzione di massa non se ne parla proprio”.