E-commerce spiegato a mio figlio nativo digitale

Mio figlio ha 7 anni e per tanto è un nativo digitale, cioè uno di quei bambini che è nato pensando che lo smartphone sia sempre esistito o che alzare il volume della tv dal tablet sia e-commerce spiegato a mio figliouna cosa normale.

Lui non sa che ai tuoi tempi il tablet poteva essere solo quella tavoletta di legno, stile banchetto inclinato della scuola, dove poterti appoggiare per disegnare.

Per un nativo digitale i campi di applicazione della tecnologia sono infiniti perché la sua mente è aperta ad ogni soluzione e non vede limiti. Ho capito che mio figlio era digitale quando l’ho visto, a due anni circa, in piedi davanti al balcone nel tentativo di sfogliare il vetro come se tra le mani avesse un ipad. E pensare che quando io ero piccolo stavo, come molti, circa 20 minuti ad aspettare che si caricasse un gioco per il commodore 64 con un coso simile ad un registratore a cassetta.

Per fortuna mio figlio è nato in un periodo in cui non bisognerà aspettare perché la velocità è tutto. (Quando arriverà anche da noi la fibra ottica poi voleremo)

“Senti a papà, ho pensato una cosa. Poiché abbiamo girato parecchi negozi e non troviamo il gioco che desideri perché non utilizziamo l’e-commerce?”

“E che cosa è?”

“Il commercio elettronico, cioè la possibilità di comprare una cosa stando comodamente a casa”.

“E come si fa?”

“Ci colleghiamo ad un negozio virtuale e lo compriamo”.

“Sì, papà, mi sembra una buona idea”.

“Allora colleghiamoci, ecco scegliamo la quantità, inseriamo i dati per il pagamento ed è fatta”.

“E il mio gioco?”

“Adesso dobbiamo aspettare 3-5 giorni lavorativi”.

“Ma io lo voglio subito”

“Bisogna aspettare che venga preso dagli scaffali del deposito che sta in Olanda, caricato su un aereo e poi consegnato a casa nostra”.

“Ma non possiamo andare a prenderlo noi direttamente?”

“E’ lontanissimo”.

“Però quando vado con mamma, a comprare i giochi, il signore del negozio non mi fa aspettare”.

“Ma questo è un negozio virtuale”.

“Io voglio il gioco vero e basta”.

“Fai tanto il nativo digitale e poi reagisci come uno dell’Ottocento”.

“Papà, a quello dell’ottocento il gioco glielo davano subito”.

P.S. Saranno pure nativi digitali questi ragazzini, ma il gene dell’impazienza non l’hanno aggiornato neanche un poco e il capriccio è sempre più che reale, altro che virtuale!