Il vero schifo non è l’omertà, ma ciò che resta immobile

Omertà,

non c’è giornalista, commentatore, poliziotto o genitore che non abbia usato questa parola circa i fatti di Caivano in provincia di Omertà-caivano-parco-verde-abusoNapoli sul caso Fortuna.
Una bambina viene violentata e poi buttata dal balcone da un mostro, ma nessuno sa niente fino a che le forze dell’ordine non indagano. Si chiede alla gente, si interrogano i protagonisti, si chiede l’autorizzazione per le intercettazioni ambientali, insomma si mette l’orecchio a terra perché occorre estirpare questo male e se è possibile curarlo.
Nessuno parla, al massimo qualche parola morsicata, farfugliata o detta in un dialetto stretto incomprensibile anche a chi conosce la lingua. La conseguenza non può essere che omertà.

Una parola che nasce a Napoli come variante di umiltà, da “società dell’umiltà”, nome con cui fu indicata la camorra perché i suoi affiliati dovevano sottostare a un capo e a delle leggi, per tanto l’omertà stette ad indicare la solidarietà diretta a nascondere l’identità dell’autore di un reato o la conoscenza di notizie su fatti criminali.

 
Lo schifo per questa vicenda, che nasconde ancora tanti segreti, non è solo nel gesto dell’orco, nel silenzio dei vicini o di una madre complice, ma nell’aver creduto che non serviva fare una segnalazione ai servizi sociali o alla polizia, nell’aver destinato i soldi per i progetti sociali rivolti ai bambini e alle famiglie ad altro, nell’aver tagliato le risorse alle scuole del territorio per far sì che stessero aperte anche il pomeriggio o che avessero educatori nel loro organico o ancora alle forze dell’ordine per permettergli di essere più presenti.
Lo schifo è costruire rioni ghetto e abbandonare le persone in alveari di cemento pensando che una casa anche in quelle condizioni sia sempre meglio di niente, è non ascoltare quelle associazioni o quegli operatori sociali che da soli lavorano da anni in luoghi come il Parco Verde di Caivano.
Lo schifo di queste scelte genera devianza, illegalità, disagio e il passo per l’abominio è breve che si chiami stupro, spaccio, abuso, violenza, prostituzione, omicidio.

 
Non mi meraviglio dell’omertà in contesti dove nasci, cresci a muori sulla “linea di confine”, mi meraviglio piuttosto di chi invece pensa che queste cose non accadono, di chi crede che nel 2016 non si possa vivere in sei in 40 mq o di chi crede che le periferie siano solo il set per fiction come Gomorra. Mi meraviglio quando vedo che le cose restano immutate facendo sì che la cancrena infetti sempre di più il resto del corpo.
Qualche anno fa in un rione di Napoli simile a quello di Caivano è successa una cosa simile: un padre abusa dei figli (maschi e femmine indipendentemente) e la madre è consenziente. In quella occasione nessuno è morto anche se negli occhi di quei bambini ci ho visto qualcosa di molto simile.
Per fortuna i bambini rompono tutti gli schemi e a volte hanno le palle più dei grandi, altrimenti a quest’ora tutto sarebbe sempre come prima: immutato, immobile ed è questo il vero schifo.

P.S. Volevo dire che non basta attrezzare un’area con un’altalena e uno scivolo per dire che si è costruito un posto a misura di bambino.