Bambini dai 7 anni in su

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Quelli dai 7 anni in su sono bambini difficili.bambini 7 anni

Da genitore uno si prepara a vivere due momenti: da un lato quello della partenza, quello delle novità e delle prime volte, dall’altro quello dell’adolescenza.

Nel primo ci sono una serie di manuali, di consigli e di cosa nuove che ti fanno stare vigile, pronto e concentrato. In questo periodo si susseguono tante di quelle novità che non hai il tempo di registrarne una che subito ne compare un’altra: le prime conquiste, l’indipendenza, il gioco, la scoperta del proprio corpo, la scuola, i primi amici e le prime feste di compleanno.

Per il secondo momento ti sei talmente preparato al peggio che non ti lascia perplesso più nulla. Qualsiasi amico o parente che ci è già passato racconta aneddoti paradossali che ti formano ad aspettarti il peggio. Sai che l’adolescenza è un periodo particolare dove avrai da fare con i brufoli, la puzza di sudore, le prime cotte, la stanza in disordine, le litigate furibonde, insomma quella roba lì.

Per i bambini dai 7 anni in su nessuno ti dice niente perché ad un certo punto inizia una latenza per cui potresti lasciarli davanti ad una consolle Nintendo per ritrovarli a 12 anni.

Il pericolo dei bambini dai 7 anni in su è che ti dimentichi molte cose di loro per la fretta di doverne fare altre.

Non mi emoziona più accompagnarli a scuola perché penso che il pomeriggio dovrò portarne uno a calcetto e l’altro in piscina. Quando cammino gli chiedo una volta sola come si sente e come è andata a scuola, ma poi quando non risponde passo subito alle domande sui compiti che deve fare il giorno dopo, su cosa abbia mangiato a scuola, sull’orario dell’appuntamento con il padre del suo amico per andare alla festa e altre cento cose che riguardano la logistica. Diciamo la verità non c’è nulla di nuovo nel dover ripetere fino all’esaurimento sempre le stesse cose: lavati i denti, non ti sporcare quando mangi, non stare in piedi davanti alla tv, quando ti chiamo sei pregato di venire e non di farmi un’altra domanda, non tirare su col naso ma soffialo, basta giocare col tablet…

La paura peggiore è di dover trascorrere fino all’adolescenza tutto il tempo a dire queste cose, ma soprattutto ad interpretare suoni, mugugni, vagiti e altri lamenti.

Dai 7 anni in su è l’età di mezzo, quella in cui sono ancora piccoli per certe cose e già grandi per altre, l’età in cui pensi che la routine delle attività la faccia da padrona e che non ci sono troppi problemi a parte la scuola. E’ l’età delle scemenze, quella delle figurine dei calciatori, quella dei videogiochi, dei primi youtuber deficienti, delle coccole nel lettone anche se sono già alti 1,42 mt e pesano 38 kg.

Dai 7 anni in su ho iniziato a litigare per i compiti, per le uscite, per i regali, per la scelte dei programmi da vedere in tv e per il comportamento. 

Ora sono nel tempo in cui occorre spiegare ogni cosa: dal farsi i lacci delle scarpe a come piegare una t-shirt, dal perché alcuni compagni di scuola rubano le penne e le matite al come invitare un’amica di classe che ci piace a casa. E’ il tempo dei tutorial: spiegano qualsiasi cosa, possono essere visti all’infinito, si producono con un semplice smartphone (li può fare anche un papà) e utilizzano un linguaggio semplice.

La cosa di cui ho più paura è perdere le loro emozioni perché distratto da tutto quello che c’è da fare.

Io non voglio un tutorial per i miei figli, ma un film con dialoghi ben scritti, una colonna sonora, una fotografia studiata che dia risalto ai volti e soprattutto una regia…da Oscar.