Europei 2016: La telecronaca è importante

“Papà ma chi sono quelli che si picchiano fuori allo stadio?”Ecstatic football commentator

“Gli hooligans”.

“Cioè?”

“Teste rasate buone solo a pestare la gente”.

“Perché lo fanno?”

“Credo per il gusto di della guerriglia, per dire che sono più forti, che hanno vinto una battaglia. Non c’è altra spiegazione”.

“Io non voglio andare allo stadio ho paura”.

“Non ci andiamo infatti, stai tranquillo”.

Gli Europei 2016 non sono iniziati nel miglior modo e le scene che ci ha mostrato la tv non sono state certo un esempio di sport e fair play soprattutto per i bambini come i miei figli che amano il calcio.

Ogni volta che c’è un evento sportivo mi vengono in mente queste parole:

«C’è un limite nella vita di uno sportivo, un muro che divide la normalità dall’eccellenza, può essere un momento o una partita come questa, se hai la forza di superarlo puoi alzare gli occhi, guardare la luce e pensare di non avere più confini».

Non è una dichiarazione olimpica o una specie di giuramento, ma l’introduzione alla partita Italia-Ucraina dei Mondiali di calcio 2006 di Fabio Caressa ( commentatore sportivo SKY).

E’ questo che vorrei provassero i miei bambini quando stanno per affrontare una gara sportiva. Quello che però continuamente vedono e sentono è l’esatto contrario.

Gli allenatori vogliono dei guerrieri, i cronisti descrivono battaglie, forse quello che si sta perdendo è lo spirito della gara, mentre avanza quello dei nemici. 

Alcuni termini sono sicuramente delle metafore, ma se vogliamo che fuori allo stadio ci sia il terzo tempo del rugby e non uno scontro armato, se vogliamo che nelle scuole calcio si insegni il rispetto dell’avversario occorre essere attenti anche alle parole perché sono quelle che si fissano nella testa di un bambino e rendono il suo pensiero pulito.

“Papà domani vogliamo andare al parco per giocare a calcio?”

“Sì, va bene”.

“Ti devo distruggere”.Logo #pensapulito

“Allora non hai capito niente a papà, al massimo mi devi battere, ripeti”.

“Ti batto, ti batto, ti batto”.

“Va bene, ma meno cattivo, è un gioco”.

Il post è promosso da Folletto per la campagna #PensaPulito