SLAM: Tutto per un preservativo

Il preservativo quando hai 16 anni e hai rapporti sessuali è un problema.

Sì perché è un momento imbarazzante, perché ti devi fermare, perché non sempre sai come metterlo e soprattutto perché il piacere non è lo stesso.

Quando hai 16 anni poi pensi che il coito interrotto sia l’arma vincente, tanto tu sei velocissimo e ti sai controllare.

Quando hai 16 anni non sai ancora che la maggior parte dei bambini al mondo sono nati grazie a questo sistema del cazzo.

Ecco a proposito di quest’ultimo vorrei dire che i protagonisti di Slam-Tutto per una ragazza, di Andrea Molaioli, si trovano proprio a dover affrontare una situazione scomoda, una di quelle che «ti rovina la vita, ma solo per un po’» come dice Antonella (Jasmine Trinca), la mamma di Sam (Ludovico Tersigni) che sta per diventare genitore a 16 anni proprio come è capitato a lei. 

La presa di responsabilità di Sam e di Alice (Barbara Ramella) è straordinaria, direi un inno a perché nonostante i consigli del papà di Sam, Valerio, (Luca Marinelli) e del papà di Alice (Pietro Ragusa) nessuno fugge, nessuno abortisce, anzi i due adolescenti, contrariamente a quanto si pensi di quest’età critica, si danno da fare per crescere il loro bambino nel miglior modo. Certo il consiglio è di Tony Hawk, il più grande skater di tutti i tempi che si racconta attraverso le pagine del romanzo di Nick Hornby, “Tutto per una ragazza”, edito in Italia da Guanda e che Sam legge come una bibbia.

A 16 anni avere un figlio è un incubo, non a caso il regista mette in scena un risveglio in cui Sam non sa dove si trova, come si chiama suo figlio o cosa deve fare. Non può essere diversamente quando hai un figlio a quell’età.

Io ricordo “ritardi” che mi hanno fatto stare rincoglionito per settimane. Ricordo anche di aver fatto promesse, voti, preghiere e chissà quali altri riti affinché non fosse una gravidanza. A voi non è mai capitato?

La cosa triste è che quando tutto si risolve non sempre tieni fede a ciò che hai detto e può capitare di ripetere gli stessi errori.

Irresponsabilità? Stronzaggine? Non conoscenza? Sicuramente una buona parte di queste cose sono contenute nell’adolescenza, ma non è certo il divieto o la paura che possono modificare alcuni atteggiamenti.

Le soluzioni?

  • Incontri organizzati a scuola da parte di professionisti (Medici, Ginecologi, Psicologi e non solo) per approfondire la conoscenza del proprio corpo, per sfatare falsi miti, ma anche per imparare ad indossare un preservativo. Credo che coinvolgere la Control o Akuel o ancora Hatù per finanziare questa formazione possa essere un’opportunità sia per i ragazzi che per le aziende stesse.
  • Confronti con ragazzi che vivono questo tipo di esperienza, non certo per spaventare, ma per essere coinvolti dal punto di vista emozionale.
  • La visione di qualche buon film come ad es. Slam o Juno o 17 Ragazze  o anche un programma come “16 anni incinta” può essere un buon punto di partenza per parlarne in casa.
  • Comprare dei preservativi e lasciarli nella tasca dei giubbini.
  • Per lui una visita all’andrologo che possa ulteriormente spiegare e informare, per lei una visita dal ginecologo che possa consigliare anche altri metodi anticoncezionali.
  • PREGARE.
  • Come soluzione ci sarebbe anche quella di SCAPPARE, proprio come suggerisce di fare il padre di Sam, ma per fortuna il ragazzo, nonostante il terrore, riesce a risollevarsi. Tony Hawk ha detto: «Sai quante volte devi cadere prima di chiudere un trick con lo skate?»

Non mi è piaciuta l’idea di far interpretare al padre di Sam il ruolo di voce della coscienza che ti spinge a fuggire, a non prenderti le responsabilità, a fregartene perché la vita è una sola, ma nessuno avrebbe potuto farlo meglio di Luca Marinelli.

La sintesi però per tutti, genitori e ragazzi, deve essere che un figlio o una figlia a 16 anni «ti rovina la vita, ma solo per un po’». E’ una frase vera, ma piena di ottimismo, è una verità, perché se un figlio ti mette paura a 34 anni figuriamoci a 16, è la realtà, perché verrano delle rinunce e dei momenti di gran fatica, specie se vai ancora a scuola, è ammettere un errore perché a quell’età i progetti sono altri in genere, ma dal quale però, con un po’ di impegno, può nascere molta gioia.

Detto questo spero di non dirla mai ai miei figli questa frase.

Dal 23 Marzo andate al cinema e fatemi sapere. Intanto due clip in anticipo.