I Maneskin spiegati a mio figlio

Ho 44 anni e ieri sera guardando la finale di X Factor Italia ho esclamato: “Cazzo, voglio andare ad un concerto dei Maneskin”.
Eppure sono cresciuto ascoltando Pino Daniele, Fabio Concato, De Gregori, adoro Steve Wonder e i Queen, mi perdo nelle note di Keith Jarret o di Michel Petrucciani, per anni ero intrippato di Bach e il mio vinile del Concierto de Aranjuez ha dei solchi profondissimi.

La domanda nasce spontanea: Cosa c’entrano i Maneskin?
Musicalmente niente, infatti non ho detto mi piace la musica dei Maneskin anche perché, a parte l’inedito, per ora sono solo cover.
Io a 17 anni, che è la loro età media, ho trascorso un’intera estate a preparami l’esame di solfeggio che avrei dovuto sostenere a Settembre, e che poi ho superato (si sappia).
Questi a 17 anni mi fanno venire la voglia di muovere il culo, di andare ad un loro concerto perché hanno il fuoco dentro.

Io però voglio celebrare non solo la loro natura o il loro istinto, bensì il fatto che questi non sono ragazzi “sdraiati”. Se stai sdraiato non hai voglia di fare le prove, di cercare i vestiti per il tuo look, di imparare i testi in inglese a memoria, di ispirarti a quelli più bravi di te.
Dice, ma anche gli altri fanno le stesse cose.
Sì, ma loro se ne fottono, sono irriverenti, quasi antipatici, coatti e per questo li adoro. In effetti sono una cosa nuova, perfetti per la tv, per i fotografi e per i social, e anche su questo sono al passo con i tempi direi.

Io voglio andare ad un concerto dei Maneskin con i miei figli per potergli dire: “Vai a papà, scassa, osa, divertiti, grida, manda tutti a fan culo, prendi le tue emozioni e sputale al mondo, vestiti come cazzo ti pare e non aver paura dei giudizi degli altri. Vedi a papà questa energia? Ce l’hai anche tu. Utilizzala per quello che vuoi, basta che non la sprechi”.
E con questo discorso da padre vi lascio che ho interrotto Chosen per scrivere queste “perle”.
“Follow me, Follow me now”.

P.S: A proposito Måneskin ora mi aspetto da voi un paio di pezzi belli all’anno, altrimenti ci vediamo tra qualche anno alla bocciofila a cantare le canzoni di Natale per noi vecchietti.