Mo ti spiego a papà perchè il bagnetto la sera non ci rilassa

La sera dopo una giornata faticosa è il momento del bagnetto, tesori miei.
E’ bello preparare l’acqua nella vasca, riempirla di schiuma e far galleggiare ochette e barchette. L’idea della pelle di un bimbo profumata è un pensiero tenero che inebria i sensi e ti istiga a dargli dei morsetti affettuosi.
La scena di voi due nudi per casa, prima di entrare nella vasca, è uno spettacolo divertentissimo e vedervi correre senza pudore è meraviglioso.
Ogni genitore vorrebbe abbracciare due bimbi appena lavati e col pigiama morbido che li protegge per la notte.
Ma quegli stessi genitori che vorrebbero abbracciare due bimbi così non sanno che…
una volta entrati nella vasca le acque si dividono e cominciano degli schizzi che neanche un’orca quando caccia le otarie.
Le ochette nella vasca cercano in vano di fuggire, ma sono costrette a trattenere il fiato più di Pellizzari.
La testa sott’acqua, la lingua che lecca la schiuma, le mani che sbattono e un continuo entrare e uscire dalla vasca fa salire l’adrenalina dei due piccoli bagnanti che nel giro di 5 minuti ne hanno accumulato come durante una rissa in discoteca il sabato sera.
Il momento del supplizio è arrivato: bisogna asciugarsi. A questo punto inizia la sceneggiata.
Il capo rivolto all’indietro (vedi post precedente sul fasciatoio) e il corpo che sembra spezzarsi mentre lo sollevi per infilare l’accapatoio.
Accendi l’asciugacapelli e iniziano le urla nononstante rispetti una distanza di sicurezza e frapponi la tua mano che nel frattempo si è bruciata.
Il bimbo che già parla continua a dire in maniera ossessiva compulsiva: “Ancora, ancora…ancora acqua”.
Mia moglie ormai è fradicia ed io cerco di vestire uno dei due che sul fasciatoio continua a voler giocare con la barchetta che perde ancora acqua.
Il borotalco è un buon modo per distrarli, ma quando decidono di volerlo mettere da sè, il tutto si trasforma in un tavolo da cucina prima della frittura di paranza.
Finalmente riusciamo a infilare il pigiama ad entrambi e a metterli nella culla, ma mentre asciughiamo il bagno e ripuliamo la casa, sempre quello che parla dice: “Il scendere, io bedere” (che vuol dire io voglio vedere quello che stai facendo).
A quel punto scatta il latte e per farli tacere gli preparo la famosa bottiglina con 4 o 5 plasmon.
Si spengono le luci, resta accesa solo la stella per la notte e sul divano, stremati, pensiamo senza dirlo all’altro che forse sporchi non sono poi tanto male e le salviettine imbevute sono una bella invenzione.
P.S. Non mi chiedete perchè poi la sera non gli leggo le favole ai miei figli.