Mo ti spiego a papà perchè Mai dire Mai.

DA1: “Papà andiamo alle giostre?”
DA2: “Acchioo giosse”
E’ una richiesta ricorrente a cui i genitori di oggi non possono dire no (per i genitori di ieri è impensabile spendere 15-20€ in gettoni che regalano la felicità).
A volte cerchiamo di coniugare la spesa al centro commerciale con le giostre. Il mix è esplosivo (vedi post del 26 Ottobre 2011 Mo ti spiego a papà perchè la spesa non vale l’impresa) 

Le luci, la musica, i colori, le frasi di richiamo sono tutti modi per sovraeccitare i bambini; e per questo vi odio.
DA1 tira verso una giostra, mentre DA2 tira verso un’altra.
Basta che però il fratello maggiore dica: “Vogliamo andare su quellaaa” e DA2 immediatamente come un automa dice: “Si, si acchio quellaa”
MPS fa il solito teatrino: “Papààà quanti gettoni prendooo?”
Qualsiasi sia il numero su cui ci siamo accordati c’è sempre un incremento di almeno un 35%
con scuse tipo: “Me li ha regalati il tipo che cambia i gettoni, Mi sono usciti in più, C’era una offerta, Mi erano avanzati dell’altra volta”.

DA1 mentre sale su una, già chiede di andare su un’altra.
La gioia di poter stare lì è talmente tale che straborda e non riesce a contenerla
DA2 invece ad eccezione di qualche giostra particolarmente divertente assume un’aria rassegnata come a dire: “Va be, se mi devo divertire così..”
Per queste cose si diverte per interposta persona. Stiamo lavorando affinchè sia un po’ più indipendente dal fratello.
Il vero problema però è MPS che comincia con diverse tipologie di ansia.
Per la folla scatta l’ansia da rapimento. Pochi secondi lontano dalla vista e c’è l’allarme: “Non lo vedo, tu lo vedi? Dove sta? Fai attenzione alle uscite.” Stile pedinamento della polizia
Per le giostre scatta l’ansia della contusione. Se la giostra non è il cavallino triste che gira allora la preoccupazione si trasforma in frasi tipo: “Quella è troppo per i grandi ora si fa male, E se si staccano le protezioni?, Dici alle signorine della giostra di fare attenzione che non si facciano male, Quel bambino lì è pericoloso.” 
Per sedare tutto ciò, spesso dirotto su giostre in cui anche MPS può salire, così stanno tutti e tre insieme e non c’è problema. Nel frattempo mi tocca solamente salutare. Ad ogni giro c’è un: “Papàààà ciaooooo, ciaooooo” e la mia manina che si agita come una paletta.


Poi arriva il momento dell’ultimo gettone: Tragedia! 
DA1, sempre accellerato, urla di non voler andare via, agitandosi come il capitone (anguilla di Natale) all’ultimo dell’anno, mentre DA2 si butta a terra con le mani sulla fronte.
A questo punto si inventano le spiegazioni più assurde: ” Ma vedi a papà che tutti stanno andando via? Guarda si è fatto notte e le giostre devono andare a dormire. Il signore delle giostre ha detto che devono chiudere hai sentito?  Anche le giostre devono fare la pappa per cui andiamo…” e chi più ne ha più ne metta.

Eppure ricordo di quella stupenda vacanza in Sardegna con la moto quando una sera, sul porto di Palau guardando orde di bambini e genitori andare sulle giostre, dissi ad MPS: ” Mio figlio non lo porterò mai.”
Qualche tempo dopo aggiunsi anche: “Mio figlio non dormirà nel nostro letto; Il ciuccio a mio figlio? Mai; Non lo manderò mai a scuola dalle suore; Mio figlio non mangerà mai da nessuna parte se non a tavola…e chi più ne ha più ne metta.


MAI; meglio dire AMAI