Mo te lo aggiusto io a papà

“Uffaaa, ma si è già rotto questo gioco”.
“Bello di papà, ma lo sai che questi giochi sono delicati”.
“Però sempre a me”.
“In effetti è come se avessi la calamita per quelli che subito si rompono”.
“Papà, me lo aggiusti?”
“Si certo, dai a me che lo riparo. Tu fai il mio assistente”.

“Devi svitare qui”.
“Lo so, ma non toccare altrimenti perdo i pezzi”.
“Papà, adesso pure questo qui devi togliere”.
“Si, se mi dai il tempo lo faccio”.
“Ecco il giravite”.
“Grazie”.
“Papà non si toglie perché c’è ancora una vite, ma non vedi?”
“Hai ragione non avevo visto. Adesso la tolgo”.
“Ma hai capito qual è il problema?”
“Sto cercando di capire. Tu però non ti buttare addosso altrimenti mi muovi il braccio e va a finire che sbaglio”.
“Papà, ma quel pezzettino…”
“Ehi ti ho detto che lo sto aggiustando. Lasciami un attimo in pace”.
“Vaaa beeene”.
“Allora questa molla deve fare così, questo pezzo deve stare qui e questo gancio va qua”.
“Funziona?”
“Mannaggia non funziona”.
“Ma qual è il problema?”
Il problema è che io non so aggiustare niente. Ci provo sempre, ma non è arte mia. Mi dispiace proprio, ma papà è una frana in queste cose. Se mi avessi detto scriviamo una lettera, aiutami in un tema, inventiamo una storia, cantiamo una canzone, giochiamo con le rime ti avrei saputo aiutare, ma quando si tratta di cacciaviti, pinze, martelli e viti non so neanche da dove cominciare”.
“E perché hai smontato tutto il gioco?”
“Per provarci, per vedere se questa volta ci riuscivo così non ti saresti dispiaciuto”.
“Va bè non fa niente, domani lo porto al nonno. Lui sa sempre aggiustare tutto”.
“Sei veramente un simpaticone, precisino e pure un poco antipatico”.
“Ma papàààà”.
“Domani chiedi al nonno invece se sa scrivere una storia”.
“Il nonno sa fare tutto”.