Il Gratta e Vinci

L’azione e la coerenza educativa ad una richiesta di tuo figlio è inversamente proporzionale alla tua stanchezza: più sei stanco e più, per sedarlo il prima possibile, per non sentirlo lamentare e per non vederlo piangere, metti in campi una soluzione di cui te ne pentirai dopo poco.


“Papà, ma io non voglio tornare a casa”.
“Ma siamo stati tutta la giornata fuori”.
“Sì, ma voglio fare una passeggiata ancora”.
“Ti ricordo che siamo andati in un Castello bellissimo dovete avete giocato per tutta la mattina mentre papà presentava il suo libro”.
“Però non potevamo uscire, stavamo sempre lì”.
“In effetti il Maschio Angioino è solo un po’ più grande di casa nostra e avevate ragione a sentirvi come in una prigione”.
“Possiamo andare ora da qualche parte?”
“Poi siamo andati a mangiare tutti insieme al Ristorante e anche lì avete fatto confusione con i vostri amichetti”.
“Ma io volevo uscire perché lì era buio”.
“Proprio perché era un po’ buio poi siamo andati a fare una passeggiata al centro dove ci sono tutti i negozi e abbiamo comprato delle scarpe bellissime”.
“Ma le mie non hanno le luci”.
“No, però corrono più di quelle di tuo fratello”.
“Ora vogliamo andare da un’altra parte?”
“E come se non bastasse al ritorno ci siamo fermati in gelateria per il colpo di grazia. Te ne eri dimenticato?”
“Ma io ho mangiato le fragole”.
“Hai voluto la granita con le fragole. E’ fredda come il gelato”.
“Ma non possiamo fare una passeggiata piccola piccola?”
“Va bene, basta che stai zitto e che non ti lamenti ancora. Sono le 18:00 e siamo distrutti. Vieni con me dal tabaccaio che andiamo a portare questo Gratta e Vinci“.
“E che facciamo?”
“Il signore ce ne da un altro e così vediamo se vinciamo un’altra volta”.
“Ma perché si chiama Gratta e Vinci?”
“Prendi questa monetina e gratta su questo biglietto. Vedrai che compariranno dei numeri. Se ne trovi due uguali hai vinto”.
“Voglio grattare tutto io”.
“Vai che magari la tua mano è più fortunata della mia”.
“Papà, abbiamo vinto? Io ho grattato benissimo”.
“Non abbiamo vinto niente, ma non importa. E’ un gioco che non si vince mai niente”.
“E perché giochi?”
“E’ stato un caso, ma ci sono molte persone che comprano tanti biglietti sperando di vincere tanti soldi”.
“E li vincono?”
“Assolutamente no. Io preferisco lavorare per guadagnare i soldi.
“Però se vinciamo è proprio bello”.
“E questa è la trappola”.

P.S. DA1 e DA2 sono giorni che hanno una monetina in mano e grattano ogni foglio che gli capiti a tiro, sperando di vincere qualcosa. Per adesso non hanno vinto niente, ma la casa è piena di pezzetti di carta grattati…e la colpa è solo mia.