Combatti il capriccio…dalla loro parte

“Papà, ma dopo dove andiamo?”
“Dopo dove?”
“Dopo”.
“Ma se siamo ancora per strada e stiamo tornando ora da una giornata di mare”.
“Ma io non voglio andare a casa”.
“Ma non ho capito, la casa ti puzza?”
“Io voglio andare da un’altra parte“.
“Bambini, non è possibile. E poi non è che non abbiamo fatto niente. Siamo stati già tutto il giorno fuori”.
“E dai andiamo da un’altra parte”.
“Sì, ma dove vorreste andare”.
“Non lo so, da una parte”.

Fonte: Web

“Ma non esiste da una parte”.
“Io però voglio andare”.
“Ma ora dovete farmi esaurire a me? Almeno ditemi dove”.
Da una parte“.
“Ho capito, già l’hai detto. Voglio sapere dove”.
“In un posto”.
“Ho capito è proprio il rifiuto della casa. Ma la nostra è carina perché non ci volete andare?”
“Boooo”.
“Allora è proprio per farci innervosire”.
“E daiii”.
“Per fortuna abbiamo una casa e la sera io e la mamma vogliamo tornare lì a riposarci. Possiamo stare comodi, farci una bella doccia, girare scalzi sul parquet e avere le nostre cose. A voi non mancano le vostre cose?”
“Sì, peròòò…”
“Allora torniamo da loro perché è ora. Il parquet sarà stanco di stare da solo senza nessuno che si rotoli su di lui e il divano è tutto il giorno che cerca qualcuno da abbracciare”.
“Papà, pure i miei giochi mi stanno chiamando, lo sento”.
“Si, papà e pure la tv vuole vedere a me”.
“E certo chi se lo perderebbe mai questo reality tutte le sere”.

P.S. Ma come è difficile aprire la porta della fantasia quando fanno 40 gradi e stai stanco. Eppure basta poco, ma noi grandi stiamo sempre da un’altra parte. E’ logico che pure i bambini vogliono andarci.