Una letterina di aiuto firmata Babbo Natale

RICEVO E INOLTRO

“Caro Mo te lo spiego a papà,
sono Babbo Natale.
Mi dispiace che sia io a doverti scrivere, ma ho un problema e ho bisogno del tuo aiuto.
Purtroppo il Natale viene una volta l’anno e quindi il lavoro è concentrato soltanto in questo periodo. Le letterine non sono più come quelle di una volta e anche i bambini, avvertendo la crisi, provano a chiedere solo il necessario.

Le aziende di giocattoli vogliono essere pagate massimo a 90 giorni ed io non sempre ce la faccio con i tempi. Inoltre i miei aiutanti restano inoperosi per tutto il resto dell’anno e quindi mi è toccato licenziarli.
Sì, proprio loro, i piccoli aiutanti di Babbo Natale. Erano tanti e tutti a tempo indeterminato, ma ho dovuto farlo perché altrimenti quest’anno non sarei riuscito neanche a comprare un regalo.
Ho esternalizzato il servizio e adesso c’è un gruppo di aiutanti dell’Albania che mi costano un terzo in meno. Vuoi mettere? Sbaglieranno qualche indirizzo, lo so già, ma in questo modo forse riesco a garantire almeno il 50% di consegne in tempo.
Il punto è proprio questo: il tempo.
Avendo questa riduzione di personale, costi molto alti per il placement e dovendo aspettare invece gli incassi del merchandising e dei diritti che arrivano soltanto a inizio Giugno non è che possiamo far slittare una serie di letterine a 90 giorni? Diciamo per Pasqua.
Ho pensato che potrei inviarne una ai bambini dove gli scrivo che il regalo è in costruzione e sarà consegnato nel periodo Pasquale. 
Sono convinto che una risposta diretta da parte di Babbo Natale non crei nessun problema ai bambini perché in questo modo sapranno che non mi sono dimenticato di loro.
Nel caso in cui questa soluzione non ti alletti ti propongo di anticipare l’acquisto del gioco che farai trovare, tu, in un sacco, di modo che possano pensare che io sia passato come sempre. Avrai la cura, la mattina di Natale, di svuotare la ciotola del latte e dei biscotti lasciati per me, posizionando la busta con la lettera sotto l’albero.
Mi dispiace doverti chiedere questo ennesimo sforzo da genitore, ma è l’unica categoria che è rimasta in grado di fare sacrifici. Pensa, ho scritto già ad amministratori locali, calciatori, politici e pure qualche attore famoso, ma mi hanno risposto che non potevano aiutarmi perché i regali erano fondamentali per la loro attività.
Da Babbo a babbo ti chiedo questo sforzo che so accetterai con dignità per amore dei tuoi figli. L’ipad che ti hanno rubato e che avevi pensato di ricomprare mi sa che dovrà aspettare.
Ci saranno tempi migliori e mi ricorderò di tutti quelli che come te avranno dato una mano. Non ti preoccupare che Natale quando arriva, arriva”. 

P.S: Il problema è solo quando.
P.S.2: Azz, ha imparato pure Babbo Natale a piangere. Stu chiagne e futt’ sta diventando una epidemia