Uno schiaffo

Stamattina ho dato a mio figlio due schiaffi sul culo.
DA2, il mio secondogenito, è un tipo “inzisto“.
Ha cinque anni ed un carattere da fare invidia ad un adulto.
E’ fisicamente grande per la sua età, ha una ironia innata, è creativo.
E’ un bambino come tanti e come i suoi coetanei ama sfidare i genitori.

E’ mammone, legato al fratello da una venerazione che hanno un po’ tutti i secondi.
E’ sfaticato e paraculo, non raccoglie mai i giochi inventando scuse e facendo fare il lavoro sporco al fratello.
Difficilmente cede il telecomando quando si tratta di cartoni animati, ma divide le sue patatine e la cioccolata con tutti.
Si incazza se le cose non vanno come dice lui e ama gli abbracci e le coccole.
DA2 è in eterno conflitto con i suoi vestiti che non hanno più un etichetta perché sono per lui fogli da tagliare che gli danno fastidio.
Le cuciture lo tormentano e si accontenta solo quando indossa una tuta.
Abbiamo provato tutte le varianti: dalla scelta della sera prima ai colori abbinati con lo zaino della scuola.
Anche oggi c’è stata la consueta lotta della vestizione.
Scesi dall’auto per accompagnarlo a scuola tenevo la mia mano nella sua mano grande.
Non abbiamo parlato come facciamo di solito.
Entrati gli ho tolto il giubbotto e l’ ho salutato con un bacio come faccio sempre.

“Papà, perché mi dai un bacio se sei arrabbiato con me?”
“Perché anche se abbiamo litigato devi sapere che ti amo. Non ti lascio andare senza averti fatto sentire che ti voglio bene”.

Stamattina ho immaginato queste parole tra noi, stamattina ho dato uno schiaffo a mio figlio, ma la vera “mazziata” me la sento tutta addosso.