Il bene e il male in una città

“Papà, ma noi non abitiamo nella Napoli Bene, vero?”

“Ma chi te l’ha detta questa cosa?”

“Ho letto sul giornale che stavi leggendo tu”.

“E’ una espressione poco felice usata da qualche giornalista che non fa molta attenzione alle parole”.

“Ma che dice quell’articolo?”

“Parla di droga e altre schifezze fatte da imprenditori, ricchi borghesi e gente altolocata”.

“Allora non è Napoli Bene, è Napoli Cacca”.

Si fanno ancora le differenze tra zone della città identificando i luoghi come culla del Bene e del Male. case popolari a Napoli

C’è ancora chi pensa che abitare in una casa super lusso o in una villa con la discesa a mare sia sinonimo del bene, del diverso dalla plebe della periferia.

E’ il comportamento delle persone che caratterizza un luogo, non certo il loro status.

Mica posso spiegare a mio figlio che abitare in un luogo diverso da quello che i giornali scrivono come la Napoli bene, la Milano bene, la Roma bene sia una condanna?

Dove abitiamo noi le case non sono molto belle, la spazzatura continua ad essere un “must” e il degrado regna sovrano, ma dove abitiamo noi ci sono anche tante persone che lavorano onestamente, che non si drogano o spacciano e che sono il fiore all’occhiello di tante aziende o università sparse nel mondo. E comunque la gente per bene la fa la dedizione al lavoro, quello onesto si intende, alla famiglia, ma anche il rispetto per gli amici e per le persone che si incontrano all’ASL o in fila per un certificato del Comune.

Ma voi che scrivete, veramente pensate che abitare in alcune zone della città renda le persone immuni dal male? Quello è dentro ognuno di noi, proprio come il bene.

Ma per fortuna esiste la Napoli bene che ispira poesie come “A Livella“, scritta da un uomo nato in una Napoli di “cacca”. Almeno noi la puzza sotto al naso non ce l’abbiamo perché siamo abituati 

“Papà, noi che abbiamo la casa con il terrazzo allora che siamo?”

“Fortunati a papà, fortunati”.