Fratelli di sangue

Il giorno del settimo compleanno di DA1 ho capito che cosa significa essere fratelli di sangue. DSC_0363

La giornata è trascorsa all’insegna dei preparativi, quelli che sin dal mattino mettono agitazione perché c’è da preparare le cose da mangiare, allestire il terrazzo e soprattutto controllare la giusta temperatura dell’acqua e della coca-cola. Mica è semplice organizzare una festa a casa? Noi, poi, non ci limitiamo ai soli bambini, ma a genitori onnivori che digiunano una settimana quando sanno che troveranno i peperoni della nonna, le pizze fritte di MPS e il vino del nonno. Le sale per le feste con l’organizzazione all-inclusive aumentano, e capisco bene il motivo. Tu paghi non solo per avere qualcuno che sbrighi per te la lista delle cose da fare, ma soprattutto qualcuno che si faccia carico dell’agitazione di quel giorno. 

A due ore dall’evento inizia la fase di lavatura e stiratura. 

Ad un tratto le urla dei mie figli: tragedia. DA2 sbatte con la fronte sul camino e il sangue comincia a scorrere. 

I miei occhi hanno visto un volto insanguinato e una ferita da cui mancava un pezzo. 

Non è stato lui, sono caduto da solo” ripeteva DA2 mentre DA1 piangeva per lo spavento. 

Siamo corsi all’ospedale che fortunatamente è vicino casa (sono comodità), lasciando la nonna con DA1 in preda al panico. 

Al pronto soccorso ci hanno detto che ci sarebbero voluti i punti di sutura e così, memore di un’esperienza precedente dove ne avevamo totalizzati dieci, ho cominciato a sudare freddo.

Lo sapete che i punti si mettono senza anestesia?

Durante l’operazione di cucitura l’impavido DA2 ripeteva: “Mamma, sono caduto da solo, non è stato mio fratello. Ma ora sta piangendo, vero? Diglielo che mi sono fatto un graffio“. 

Un graffio? Altro che punti di sutura, questi sono punti di vista. 

A distanza i due fratelli si pensavano, si cercavano e si dispiacevano l’uno dell’altro. In mezzo due genitori spaventati. 

Ho toccato con mano cosa significa essere fratelli di sangue, specie quando uno dei due lo versa. 

Il miracolo poi è continuato anche la sera quando, scartando i regali, DA1 ha detto al fratello: “Tieni, questo è per te“. 

“Bravo a papà, sei stato proprio generoso con tuo fratello che oggi si è fatto male”. 

“Papà, glielo ho dato perché quello era un doppione”. 

P.S. Con i Lego, come regali, non si scherza. Puoi anche buttare il sangue!