Lo stato “parallelo”

I ragazzini, non tutti si intende, quando passa una volante delle forze dell’ordine esclamano: “Guardie di merda, bastardi“.davide-bifolco-corteo-17-770x513

Sono anni che sento queste espressioni e sono anni che chiedo il perché di tale commento.

I bambini non sanno perché si deve dire così ai carabinieri o alla polizia. E’ una cosa che c’è nell’aria e visto che si cresce imitando gli adulti continuano a ripetere questa cosa come se fosse un mantra.

Se nasci in un ambiente che ti insegna questi valori difficilmente riesci a staccartene almeno che non ci sia qualcuno che ti fa osservare il contrario, magari un insegnante, un educatore, un parroco .

Tu cresci e ti senti parte di un anti Stato o meglio di uno stato nello Stato.

In quello stato ti viene garantito un lavoro, se sei coraggioso. E’ uno stato meritocratico perché più sei spietato più cresci, come quei grossi dirigenti d’azienda.

Ai piani bassi questo sistema ti consente di infrangere le regole senza nessun senso di colpa. Anzi sei un fesso se paghi le tasse o fai l’assicurazione sull’auto.

Quel tipo di stato ti autorizza a fare il parcheggiatore abusivo, a vendere le sigarette di contrabbando, a spacciare droga leggera, a chiedere il pizzo, a fare il palo, a vigilare nei rioni dove si vende la cocaina. Sono tutti posti di lavoro e ci sono famiglie che raccomandano i figli per far si che vengano assunti. Se vai in galera c’è chi pensa alla tua famiglia. Dove lo trovi sistema di welfare migliore? 

E tutto questo è parte del PIL per cui a quell’altro Stato, quello regolare, un po’ conviene perché altrimenti queste famiglie non avrebbero come spendere. Infatti lo Stato regolare mica dice a gran voce che il problema è l’evasione fiscale, la camorra e la mafia? No, parla di articolo 18, ma questa è un’altra storia perché capita che quelli meritevoli assai vengano pure eletti e votino le leggi dello Stato.

Lo stato “parallelo” (termine usato anche per definire i prodotti falsi) è quello che va da un latitante e gli dice: “Caro amico, qui il fatto è serio, è morto un ragazzino. La famiglia è roba nostra e li dobbiamo aiutare. Tu adesso vai in televisione e dici che non c’eri su quello scooter, latitavi appunto. Ti devi costituire“.

Lo stato “parallelo” organizza i commenti dei ragazzi per i giornalisti perché è l’occasione per mostrare che lo Stato vero, oltre ad uccidere le persone di tasse, le uccide anche veramente, sparando alle spalle. 

Un’altra falsa testimonianza, frutto della manipolazione. Molti testimoni dicono di aver visto il carabiniere sparare alle spalle di Davide. La perizia ha parlato di un foro esploso frontalmente ed ecco che la versione “parallela” perde di credibilità. 

Il problema, concittadini “paralleli”, è che se per una vita intera hai rubato, frodato, vissuto nell’illegalità e senza valori di coscienza civile, per giunta con delle condanne a tuo carico, non è che uno ti può credere sulla parola. La credibilità si guadagna, la stima si ottiene mostrando la parte migliore di sé ogni giorno e non ogni morte di ragazzino sparato dai carabinieri. Ai concittadini onesti che hanno manifestato in questi giorni chiedo solo di fare attenzione alle strumentalizzazioni.  

A tutto il resto di Italia che punta il dito contro la mia città e contro noi che non manifestiamo quando succede qualcosa del genere chiedo solo di tacere, di non essere arroganti. Non abbiamo bisogno di consigli perché ognuno di noi nel suo piccolo combatte ogni giorno quelle piccole ingiustizie che lo stato “parallelo” prova ad imporre. Se poi volete mostrarci come si fa allora scambio casa volentieri (proprio come si fa per le vacanze), magari vi accorgete che quella vita “parallela” vi piace e non volete andar più via. 

P.S. La morte di un ragazzino scuote l’animo di chiunque e lo lascia sgomento. Speriamo che ci sia una vita “parallela” a questa terrena in cui Davide possa ricevere conforto.