Il ragazzino che in tv fa “piazzapulita”

“Marco Colarossi è un minorenne e dobbiamo farlo parlare prima della mezzanotte”. marco-colarossi

Con queste parole Corrado Formigli ha presentato il quattordicenne che a “Piazzapulita” è intervenuto, come blogger, nella discussione politica del momento. 

Ognuno può avere le proprie passioni, come la politica, ma forse quattordici anni sono ancora pochi per avere una posizione, una credibilità su argomenti delicati, col rischio che il tuo interlocutore non ti risponda proprio perché sei un ragazzino col quale è bene parlare di altro. Ogni cosa a suo tempo. 

Ci sono sicuramente tanti adulti che capiscono meno di Marco Colarossi questo è fuori dubbio, ma la mia questione non è il contenuto, ma il contenitore, ed ora è presto per riempirlo di politica.

I ragazzini che nel mondo hanno parlato agli adulti come Iqbal o Severn Cullis-Suzuki all’ONU hanno portato una testimonianza di una vita di sofferenza o hanno lanciato un appello, ma non si sono presentati con fare critico e ironico come la politica italiana insegna.

Il mondo è pieno di bambini che imitano gli adulti e che corrono per diventare grandi il prima possibile. Nel bene e nel male questa corsa va fermata ed è compito degli adulti farlo. 

Ci sono occasioni in cui si può dire anche no e questa mi sembrava una di quelle in cui si è pensato solo al fenomeno, allo share e ai click oppure solo a voler portare una voce nuova nel coro.

Se i nostri figli perdono la spensieratezza degli anni che li contraddistingue la colpa è nostra. 

Noi genitori abbiamo il dovere di responsabilizzarli certo, ma non quello di addossargli i problemi dell’Italia, abbiamo il dovere di far crescere in loro un pensiero critico, ma non di coinvolgerli nelle discussioni degli adulti o fra mamma e papà. 

Se la puntata fosse stata interamente centrata su dieci ragazzini che parlavano di politica allora avrebbe avuto un po’ di senso, anche se non l’avrei guardata lo stesso, ma qui è stato come far partecipare un figlio di 14 anni ad una scelta personale di coppia o ad una competizione con i grandi. Pure nello sport i ragazzi gareggiano per fasce d’eta.

In tutti gli anni che ho lavorato come educatore, uno dei maggiori problemi è stato quello di ricordare quotidianamente a ragazzi dai 12 ai 14 anni che la loro vita è andare a scuola, studiare, leggere, ascoltare musica, uscire con gli amici senza fare guai, avere una ragazza e rispettarla, piuttosto che volersi ritirare alle due di notte o andare in discoteca a ballare e ubriacarsi o avere i soldi in tasca come un venticinquenne che lavora. Sicuramente molto meglio un ragazzino che scrive e parla di politica questo non c’è dubbio, ma il motivo di fondo che mi porta ad esprimere dissenso è per gli adulti che non vigilano su di loro e li spingono a mostrare le qualità come un fenomeno da circo. 

Sì, perché per me è questo è stato. Non mi sono concertato sul contenuto delle sue osservazioni, ma sul suo non verbale, sull’intonazione della voce, sui suoi vestiti e questo mi ha molto preoccupato. 

Mi preoccupa ogni ragazzo che a quattordici anni si getta nel mondo degli adulti dimenticando la sua età. Vale lo stesso per chi parla di calcio con fare da allenatore, chi cucina come se fosse Cracco, chi fa sesso come Siffredi.

A 14 anni ci si innamora, si fa sport, si suona uno strumento, si legge e ci si fa le seghe, non quelle mentali perché per quelle c’è ancora tempo.

P.S. Cari Giannini, Floris, Santoro se volete mio figlio è a disposizione per lezione di ingegneria sui LEGO