Il ragazzo invisibile: un “reale” supereroe

il ragazzo invisibileIl ragazzo invisibile è troppo una figata, ma non lo vedi subito perché “l’essenziale è invisibile agli occhi” disse Il Piccolo Principe alla volpe, ma quella è un’altra storia.

Immediatamente ho visto che il protagonista è un supereroe, ma solo dopo mi sono accorto di essere riuscito a vedere un film senza lunghi combattimenti ed effetti speciali lampanti.

Guardando Michele, il protagonista, ho rivisto l’adolescente innamorato che ero, ma soprattutto quei momenti in cui cerchi di far colpo sulla ragazza che ti piace anche se lei proprio non ti vede.

La prima cosa che mi ha incuriosito è la storia di fantasia, ma solo dopo ho visto che lo sfondo è quello di una Trieste che vive la quotidianità e mi sono detto: “Ma anche in Italia ci sono i supereroi allora? “

Sicuramente i produttori lo sono stati perché siamo abituati alla velocità delle scene d’azione di questi film di genere, siamo cresciuti con supereroi in stile Marvel e abituare l’occhio e la mente non è facile, ma neanche impossibile. Come dice Spider Man: “Grandi poteri generano grandi responsabilità” e questa volta si combatte con un ragazzino. 

Le immagini mi hanno trascinato nella storia come se la stessi leggendo e capire le evoluzioni dell’amicizia, dell’amore e dei rapporti familiari mi ha fatto dimenticare la parte fantasy. Lo stesso effetto l’ho avuto quando vidi il film “MOMO” del 1986 con Ninetto Davoli perché la forza della storia e dei contenuti misero da parte quell’ambiIRI_man_uff_deffentazione surreale e di fantasia su cui era incentrato il racconto.

L’omaggio a Batman per il segnale di aiuto fatto con un faro è stato un gesto di grande riconoscenza perché gli Americani sono sicuramente maestri in questo genere, ma non per questo non si può fare un fantasy senza doverli per forza imitare.

Mentre guardavo il film pensavo a quale superpotere avranno i miei figli ora che diventeranno adolescenti. Sì, perché quelle immagini così reali ti spingono a pensare che qualcosa del genere è possibile. Se a questo si aggiunge che crescere un ragazzino come fa la mamma di Michele, interpretata da Valeria Golino, è già un’impresa straordinaria allora alla fine del film la sensazione che ho avuto nel sentirmi anche io un supereroe è stata più che legittima. 

Ora volete sapere perché Il ragazzo invisibile è troppo una figata? 

Perché puoi andare al cinema con tutta la famiglia senza guardare l’orologio nell’attesa che il supplizio finisca, non devi cantare le canzoni per tutto il mese successivo come se fossi a Broadway e soprattutto non esiste il giocattolo di Michele da comprare (almeno per ora)