Bambini demanding

bambino-demandingVoi ce l’avete i figli demanding?

Su un comunicato stampa di un evento per bambini ho letto questo aggettivo: Demanding

Si sa che gli inglesi tendono a riassumere in una parola più significati e quindi questa è la somma di un bambino esigente, insistente, che fa mille richieste, che pretende, insomma uno scassamaroni (quando ci vuole, ci vuole).

La lingua italiana è bella perché hai una parola per ogni cosa che vuoi dire o che provi, quindi bisogna soltanto cercarla, anche perché avere un figlio che potrebbe essere definito demanding sarebbe un vero inferno.

Non a caso questa parola è usata in ambito lavorativo per definire un capo che continuamente ti chiede cose da fare.

A questo punto la domanda nasce spontanea: Ma non è che i bambini stiano diventando i nostri capi, che ci possono comandare come vogliono perché abbiamo un contratto a tempo indeterminato?

Per alcuni genitori la sensazione è proprio di averne uno che li comanda a bacchetta, ma mi sento di dirvi: “Più avete paura più vi tortureranno“. Subire in stile ragionier Fantozzi non è un bene e non serve neanche al bambino che in questo modo proverà sempre di più ad alzare l’asticella della richiesta. Che poi non è solo una questione economica, ma è proprio lo sfinimento.

E’ giusto che i nostri figli crescano esigenti e che non si accontentino, ma non è che questa cosa la dobbiamo pagare noi. 

Bisogna ribellarsi. Dopo la terza richiesta di fila, ad esempio, deve scattare una specie di cartellino rosso. Io lo voglio un figlio esigente, anche con me sicuramente, uno che sia attento a ciò che gli viene offerto, ma non un pazzo furioso che vomita comandi per soddisfare la voglia di controllo.

I bambini hanno bisogno di una guida, di un capo e non di condurre il gioco. Per quello ci sarà tempo. Ora tocca a noi affidargli compiti, autorizzare le ferie e dare una promozione. 

Volete sapere quando riceveremo il TFR? 

Zitti, che coi nipoti ci sarà da fare il doppio lavoro.