La recita di Natale e i suoi insegnamenti

DA2 è quello in seconda fila che fatica ad abbassarsi come invece fanno gli altri.

La recita di Natale a scuola ogni anno fortifica delle certezze:

  • Le maestre quel giorno sono indemoniate…e pure certi genitori.
  • I microfoni non funzionano mai o a tratti.
  • I papà delle figlie femmine hanno tutti i motivi per emozionarsi.
  • I bambini non sanno recitare in inglese…o forse non conoscono l’inglese.
  • La maestra che mostra la coreografia ai bambini, dal vivo, vale tutto.

Quest’anno la recita però mi ha fatto riflettere su una cosa.

DA2 per settimane ha detto di non voler far niente, di non voler salire sul palco, di non volersi mettere la maglietta rossa come tutti, insomma aveva il rifiuto della recita. Poi, senza dargli troppo peso, altrimenti avrebbe fatto il contrario di quanto dicevamo, ha partecipato allo spettacolo che avevano preparato.

Ha cantato con gioia, ma senza troppa enfasi, ha mosso le braccia con soddisfazione, ma abbozzando i movimenti, ha osservato la coreografia preparata da un gruppetto di sette amici con sufficienza.

A DA2 piace cantare, ha un buon orecchio ed è intonato.

A DA2 piace ballare, riesce a ripetere le coreografie ed è sciolto nei movimenti.

A DA2 piace imitare gli altri, cambia anche la voce e l’intonazione per riuscirci meglio, dice sempre che vorrebbe recitare in un film. 

Sia chiaro, queste cose non indicano assolutamente niente, né che sappia cantare, né che sappia recitare, né che sappi ballare. 

Per me indicano una cosa però: DA2 ha un lato artistico che continuamente tiene a bada, che reprime, che difficilmente fa emergere. 

Non è una questione di vergogna, non è perché non lo invogliamo, non è perché ha avuto qualche delusione: Lui è il guardiano della soglia di se stesso. 

Lo conosco abbastanza bene per poter dire che si reprime perché ha paura di verificare di essere bravo in qualcuna di queste attività. 

Spero proprio che questo Natale gli doni il coraggio per affrontare il Mondo straordinario, per sconfiggere i demoni interiori che lo bloccano all’entrata. 

Fottitene a papà di quello che la tua testa ti dice, segui il tuo cuore senza esitare, così non avrai rimpianti, mai. 

Fottitene a papà se non sei il più bravo, tanto ci sarà sempre qualcuno più bravo di te. 

Fottitene a papà, canta, balla, recita, perché solo chi non ha vergogna di se stesso può compiere un viaggio da eroe. 

 

P.S. Leggete “Il viaggio dell’eroe” di Christopher Vogler, Dino Audino Editore