L’arte a portata di tutti…anche dei bambini.

L’arte quando arriva, arriva, non la puoi fermare, è come l’acqua che si infila tra le crepe.

Il problema però è che non piove arte né sgorga, per cui è inutile aspettare che ci sia un fenomeno che ci investa. Viviamo immersi nell’arte come se fosse aria con la sola differenza che respirare è un meccanismo automatico, mentre nutrirsi d’arte può risultare un cibo per pochi eletti facoltosi. Se così fosse verrebbe a cadere il principio per cui nasce l’arte, per cui un artista lavora ad una sua opera.

L’arte è a portata di tutti…occorre solo riconoscerla, magari grazie ad un mediatore, ad un facilitatore. Io ci ho provato ed è venuto fuori, per tutta la famiglia, un bel pomeriggio di gioco, divertimento, e conoscenza.

Cosa abbiamo fatto?

FASE 1: Scegli la tua opera d’arte

Grazie all’utilizzo dei tablet ognuno ha scelto la sua opera d’arte. Basta ricercare con google immagini inserendo qualche parola chiave come arte, artista, mostre e qualche nome famoso che anche i bambini ricordano.

FASE 2: Scegli la tecnica d’arte

Una volta scelta l’opera si stabilisce con quale tecnica si vuole riprodurla. Io ho suggerito di usare i mattoncini Lego, il cartone e la colla, i colori (tempere, pastelli, acquerelli, pennarelli), gli oggetti della cucina. I bambini hanno scelto di usare i Sabbiarelli (sabbia colorata, contenuta in dei matitoni, che va incollata sul foglio) e la riproduzione attraverso il vetro, detta anche volgarmente tecnica copiarella.

          

FASE 3: Motiva l’arte con l’Art Coach.

In questa fase sopraggiunge una certa stanchezza, ecco che i bambini iniziano a dire che hanno sbagliato, che la loro riproduzione è orrenda, che vogliono cambiare, insomma tutte quelle scuse per abbandonare. Anche andare a vedere una mostra è stancante, se si pensa al viaggio, alla fila per entrare, al costo quando è previsto non si parte neanche e si resta a casa sul divano che è più comodo.

Questo è il momento in cui si ha bisogno di un Art coach, uno che ti spinge a non mollare, che ti fa notare che è solo il tempo di riposare per poi riprendere, uno che ti mostra la bellezza che sta nascendo, una persona che ti spiega, come una favola, le origini di quell’opera e la vita dell’artista per entrare così in un’atmosfera accogliente. Per diventare Art Coach non serve una laurea o una competenza particolare, ma occorre saper incuriosire, osservare i dettagli, avere un pensiero critico, lasciarsi andare alla meraviglia, insomma tutte cose che non ti insegna nessuna università. In fondo neanche respirare te lo insegna nessuno.

     

 FASE 4: Sono un’artista anche io.

L’ultima fase è la più bella perché il lavoro è finito, ma è anche la più delicata. Non ci sono vincitori sia ben chiaro, solo espressioni diverse. Il lavoro dell’Art Coach sarà quello di esaltare la capacità del bambino di aver mostrato al mondo una parte di sé, quella fatta di forme, di colori, di linee.

In questa fase poi ognuno ha fatto una foto alla sua opera e l’ha portata in giro per mostrarla agli altri. Noi siamo andati da nonni che abitano al piano di sotto. Ad esempio se vivete in un condominio può essere carino “l’arte porta a porta”. I vicini saranno contenti di osservare le opere dei bambini e sarà un successo sul lato della motivazione.

In Italia per fortuna c’è chi si impegna a portare l’arte ovunque e per tutti.

Il progetto Valore Cultura di Generali Italia, in collaborazione con Arthemisia, si propone di rendere l’arte e la cultura accessibile ad una platea vasta e trasversale. Nel 2017 sono stati realizzati 17.600 ingressi gratuiti, 5500 bambini e studenti coinvolti, ma anche 300 over 65 per un totale di 1,3 milioni di spettatori alle mostre.

Quest’anno con Arthemisia, nell’ambito delle mostre d’arte del 2018, 2500 bambini avranno la possibilità di vivere il mondo dell’arte tramite laboratori didattici, ingressi gratuiti e servizi di audioguida in sei grandi mostre (clicca sul link per conoscere le mostre)