Bilancio di un congedo parentale (quello di mia moglie)

Stamattina ho trovato una lettera sul tavolo in cucina. L’ha lasciata mia moglie ieri sera pMamma in congedo parentalerima di andare a dormire.

Trascrivo fedelmente le sue parole:

«Amore mio sono contenta di aver scelto a Giugno di usufruire del congedo parentale dal lavoro.

E’ dura rinunciare allo stipendio, ma il desiderio di stare tutti insieme, per tre mesi lontano da casa, era più forte.

Non eravamo abituati, poteva essere un rischio. A casa tra il lavoro, la scuola, lo sport e gli altri impegni si trascorre poco tempo insieme, quindi l’organizzazione del tempo libero è molto ridotta. Ce l’abbiamo fatta nonostante qualche difficoltà. Sento che siamo cresciuti come famiglia ed i bambini hanno accumulato una serenità che si porteranno dietro per molto tempo. Non so se il paragone calza, ma è come quando i dottori dicono che i bambini devono respirare tanto iodio e prendere il sole con moderazione per allontanare le influenze invernali. Io sento che gli abbiamo dato una buona dose di anticorpi. Ustica è stato il luogo ideale per vivere un senso di libertà senza eguali, per affrontare piccoli imprevisti, per giocare con nuovi amici, per conoscere i propri limiti, per guardare le stelle e scoprire in fondali. Non potranno proprio ammalarsi questo inverno.

Ho voluto che il lavoro aspettasse perché la mia famiglia non poteva più farlo. I bambini hanno bisogno del tempo, una mamma lavoratrice non ne ha a sufficienza e la storia della qualità è una bufala perché ce n’è bisogno di una grande quantità.

Voglio ringraziare anche te per aver appoggiato questa mia scelta, lo so è un diritto che per i liberi professionisti non esiste e quindi difficile da comprendere.

Manca una settimana al rientro, non so come farò, non ce la faccio proprio…più. Ancora una settimanaaaa. Non ne posso più di sgridare i bambini ogni due minuti, di sentire il mio nome pronunciato senza ragione. Fatemi andare a lavoro vi pregooo, fate iniziare la scuola a tempo pieno quanto prima.

Scusa il mio rigurgito da mamma lavoratrice, ma fino ad ora era stato schiacciato da quello della mamma casalinga. Sarà sempre una bella lotta tra due tipe che cercano di gestire il tempo quando è troppo e quando è troppo poco.

Ti amo…(che ne dici di un part-time?)»

 

Io dico che l’importante è che i bambini non facciano il part-time a scuola perché a casa non si sopportano proprio.

 

P.S. Tranquillizzo tutti quelli che hanno fatto illazioni o supposizioni sull’aver trascorso il periodo del congedo parentale lontano da casa: Non ho vinto il superenalotto, non faccio il pizzaiolo a Ustica, non sono ricco di famiglia. Diciamo che le cose si fanno anche con ciò che molti spendono nelle due settimane centrali di Agosto in un villaggio vacanze. 

P.S.2 Come dico sempre ad un mio amico ogni tanto occorre pure vendere Parco della Vittoria o Corso Magellano. Il famoso “futuro per i figli” si costruisce già oggi.